In questi giorni sui social, sopratutto dei volontari del 118, ha cominciato a circolare l’hashtag #ancheiostoconclaudia in concomitanza alla sentenza per il processo sull’omicidio di Riccardo Magherini risalente a due anni fa. Ma in cosa consiste la vicenda e perché i volontari della CRI sono stati accusati?

La Vicenda Link to heading

Cercherò di sintetizzare il tutto per arrivare a discutere ciò che per me ha più interesse: il ruolo dei soccorritori. 3 marzo 2014 - E’ da poco passata l’una di notte quando Riccardo, in stato di forte agitazione,viene fermato da due pattuglie di carabinieri . L’agitazione è tale da costringere le forze dell’ordine a bloccarlo prono a terra ed ammanettarlo; viene poi chiamato il 118 per poter trasportare il paziente. Sul posto arriva un’ambulanza della Croce Rossa con a bordo 3 volontari: Claudia, Janeta e Maurizio. Da subito viene richiesto l’intervento di un’automedica per poter sedare il paziente. Qui la vicenda viene raccontata in due versioni diverse: La versione raccontata sul sito ufficiale della CRI afferma che i volontari non sono stati autorizzati dalle forze dell’ordine ad avvicinarsi per motivi di sicurezza. Solo Claudia a un certo punto chiede che al paziente vengano levate le manette per poterlo valutare, permesso che le fu da subito negato. La versione dei giornali di cronaca Corriere della sera e La Nazione afferma che il paziente viene valutato anche mediante l’applicazione del pulsosimetro, che non rileva parametri vitali (viene data la colpa al malfunzionamento dell’apparecchio). Quel che è certo è che viene richiesto l’intervento dell’automedica allo scopo di sedare l’arrestato. All’arrivo di quest’ultima, però, il medico comunica alla centrale 118 che il paziente si trova in arresto cardiaco e comincia a eseguire le manovre della rianimazione. Magherini viene rianimato lungo il tragitto verso il pronto soccorso ma è tutto inutile. A seguito dell’autopsia la causa di morte ufficiale è: “Meccanismo complesso di tipo tossico, disfunzionale cardiaco e asfittico”

L’accusa Link to heading

I 4 carabinieri e i 3 tre volontari sono stati accusati di omicidio colposo, oltre all’accusa di percosse per le forze dell’ordine. Dei tre volontari, Janeta è scagionata perché pare non si sia avvicinata al ferito a differenza di Claudia, per la quale il PM ha chiesto la pena di 9 mesi di reclusione. Maurizio purtroppo è venuto a mancare l’anno scorso a seguito di un incidente in moto (fonte il comunicato della CRI. Il verdetto finale dovrebbe arrivare nella seconda metà di giugno.

Considerazioni Link to heading

Personalmente la vicenda mi ha lasciato molto perplesso: non capisco come può essere imputata a un soccorritore l’accusa cosi grave di omicidio colposo sapendo che gli è stato impedito di avvicinarsi al paziente. Come tutti sappiamo, in un intervento se manca la sicurezza non si interviene in alcun modo. In presenza di forze dell’ordine o vigili del fuoco questa è demandata loro, quindi se sono essi a impedire l’intervento non vedo cosa avrebbe potuto fare lo sventurato equipaggio . Come però ho evidenziato nella vicenda, i fatti non sono chiari - ovviamente i fatti reperibili dai media -, e se il pubblico ministero ha mosso un’accusa così grave, ciò significa che vi erano gli estremi per farlo. Quando si cerca di definire l’operato di un volontario si tende spesso a discolparlo, data la “gratuità della sua prestazione. Si tende a dimenticare che pur essendo volontari ricopriamo un ruolo di estrema importanza e siamo responsabili sia civilmente che penalmente per la condotta tenuta in servizio.