Sapete già quanto il tempo mi faccia paura, non solo per il suo scorrere inesorabile, ma soprattutto per il fatto di rimanere bloccati, immobili per anni, come automi che scandiscono il tempo con le ricorrenze, in attesa che arrivi l’ultimo scatto della lancetta. Beh, quest’anno non è stato così. Credo sia stato il più intenso di sempre, pieno di cambiamenti ai quali faccio fatica ad abituarmi, a ritrovare un nuovo equilibrio.

Nel blog ho sempre avuto una specie di regola: cerco sempre di scrivere in maniera molto sincera, ma per farlo devo parlare di fatti accaduti molto tempo prima. Questo non solo per avere la capacità di elaborare i fatti, ma anche per non scoprire le proprie carte nelle situazioni ancora in corso. Questo post sarà diverso, scrivere aiuta a ragionare e a far quadrare le idee, e in questo momento ne ho bisogno.

Il lavoro Link to heading

Beh, in effetti, non ne ho parlato affatto nel blog. Negli ultimi anni, la mia carriera professionale ha avuto più di una battuta d’arresto. Sbaglio a dire “professionale”; il punto dell’ultimo anno e mezzo è stato proprio questo. All’improvviso ho capito di non avere una vera e propria professione, nessun mestiere degno di questo nome. Per tanti anni ho lavorato gestendo la “filiale” italiana di un’azienda russa. Poco importa di che cosa ci occupavamo; vi assicuro che era tutto legale. Neanche vi sto a spiegare perché e come sia finita. Se vivete in questo mondo, ci potete arrivare.

Dopo la fine della suddetta, ho riflettuto molto su come abbia impiegato i primi 30 anni della mia vita. La conclusione non è stata piacevole: avevo fatto un sacco di esperienze, ma in ambiti troppo disparati, e soprattutto non avevo alcun tipo di mestiere. Banalmente, non potevo presentarmi a una società dicendo “so fare questo”, perché non c’era una sola cosa che io sapessi fare. Non era del tutto vero; molti anni prima avevo preso la patente del camion, CE, con tanto di CQC, ma non l’avevo mai propriamente impiegata. Così, ho cercato qualche lavoro in quel settore. L’idea era piuttosto seducente; avevo passato anni a risolvere problemi, a preoccuparmi per mille cose. La prospettiva di guadagnare soldi facendo un lavoro monotono mi sembrava un sogno. Dopo poco ne ho trovato uno (c’è una richiesta pazzesca). Lavoravo per la Bartolini, guidavo un camion che portava i rimorchi con i pacchi, sempre in notturna, da lunedì a venerdì, dalle 18:00 alle 05:00. Sembrava perfetto; quasi non incontravo gente, ascoltavo un sacco di podcast, ero molto rilassato, e guadagnavo pure molto bene. Ho fatto questa vita per quasi 7 mesi prima di realizzare definitivamente che non sono quel tipo di persona (e che non sono un buon camionista). Sentivo di sprecare molto del mio potenziale (per quanto possa valere; non credo di essere un genio, nello studio sono sempre stato mediocre, ma ho sempre avuto un’ottima capacità di risolvere problemi). Così ricominciai a pensare di dare nuovamente una svolta alla mia vita.

Il problema era il medesimo: non so fare nulla. L’età cominciava a diventare un’aggravante; passati i 30 anni era quasi imbarazzante. Ma non avevo molta scelta; se non davo un colpo di reni in quel momento, sarebbe stato impossibile farlo in futuro. Ripensai a tutto ciò che mi dava un minimo di entusiasmo nella vita, e soprattutto qualcosa che avesse un minimo di prospettiva di guadagno (mica potevo fare il maratoneta). Mi piaceva l’informatica; non avevo mai davvero programmato. Fondamentalmente, per anni avevo installato Linux e configurato varie cose, ma non avevo mai scritto una riga di codice. Subito dopo le superiori, mi ero iscritto a informatica, ma lasciai dopo il primo anno perché la facoltà non mi piaceva.

Insomma, alla fine, decisi di provare. Devo ammetterlo, più che altro perché sembrava una di quelle professioni che non necessitano di un titolo di studio e nelle quali si può entrare anche più avanti con l’età. Cominciai a studiare, e contro ogni aspettativa, mi piacque molto. Non mi piacevano minimamente le interfacce, così puntai sui backend. Come prima cosa, imparai Node.js; poi, quasi per caso, cominciai a fare cose con Python. Lì è stato amore a prima vista, e da lì non mi sono più fermato. Inizialmente meno, ma poi sempre con maggior intensità, continuai lo studio. Cominciai a fare dei piccoli progetti e a provare vera soddisfazione nel risolvere problemi. Dopo un po’, cominciai a cercare lavoro. Prima per conoscenza; sembrava una buona idea, ma alla fine saltò tutto. Ma non è stato tempo perso, perché mi fece conoscere FastAPI. Poi, una domenica, appena svegliato, mi venne in mente un incontro fatto 3 anni prima mentre cercavo un fondo per un piccolo progetto imprenditoriale mai partito. Insomma, questa persona mi accennò di possedere un’azienda informatica, ma al tempo non ci feci molto caso. Ora però mi sembrava una buona idea, così lo rintracciai. È stato tutto paurosamente veloce; ci siamo incontrati il giorno dopo. Avevo giusto presentato un curriculum fatto di fretta e furia e l’ho infarcito di progetti personali, perché non avevo una minima esperienza lavorativa nell’ambito da poter mostrare. Mi fece alcune domande, ma nulla di particolarmente tecnico. A fine colloquio, mi disse che mi avrebbe fatto un contratto di 3 mesi come periodo di prova. Non ci potevo credere; fu uno dei giorni più belli della mia vita. Ricordo ancora che dopo essere uscito ero talmente incredulo che mi tremavano un po’ le mani. Avrei cominciato due settimane più tardi, così da partire i primi del mese. E fino al primo giorno di lavoro, quando effettivamente misi piede in ufficio, non ci potevo credere.

Oggi sono passati 7 mesi da quando ho cominciato. La prova è stata superata, e sono stato preso “in forza”. Soffro ancora un po’ della sindrome dell’impostore; ho a che fare con gente che fa il mio stesso lavoro da anni, anche persone molto più giovani di me. Però non mi sento particolarmente inadeguato. L’ambiente è molto sano, amichevole, e mi trovo molto bene. Imparo davvero molto, e sto cominciando a mettere in produzione cose fatte di cima a fondo da me (fatto che mi rende particolarmente orgoglioso). Non sono ancora sicuro sia la mia strada, ma mai come in questo momento sento di fare qualcosa di adatto a me. Le settimane volano; molto spesso vado al lavoro contento di andarci. Non credo mi sia mai successo prima.

La casa Link to heading

Una diretta conseguenza del lavoro stabile è stata la possibilità di andare a vivere da solo. Non che ne avessi bisogno; il lavoro dista 7 minuti di macchina dalla casa dei miei genitori. Era anche stupido da un certo punto di vista, ma hey, ho 32 fottuti anni; è fin troppo tardi per rimandare. Cominciai a cercare casa già in estate, e subito feci una scoperta sconvolgente: cercare casa a Carrara nel 2023 è un’impresa infernale. Complici una moltitudine di motivi, tra cui l’Accademia delle Belle Arti, Italian Sea Group e nuovi pignoranti che affittano appartamenti a prezzi folli per poter ospitare operai da fuori, e aggiungiamoci pure quelli che campano di affitti estivi, facendo quindi d’inverno l’affitto breve. Insomma, a Carrara, le case in affitto semplicemente non c’erano: online deserto, le agenzie vuote. Non mi sono però arreso così facilmente; in un certo momento ero talmente esasperato dalla situazione che cominciai ad andare in un’agenzia diversa ogni volta che uscivo dal lavoro (sono veramente tante). Il più delle volte mancava poco che mi ridessero in faccia quando dicevo che cercavo un affitto. I miei sforzi sono però stati ripagati; dopo qualche settimana abboccai in un’agenzia che aveva un appartamento per le mani. Presi una mezza giornata libera al lavoro e lo andai a vedere il giorno dopo; un’ora dopo averlo visto feci la proposta e dopo qualche giorno l’appartamento era mio.

Anche qui è stato amore a prima vista; non è grande ma è perfetto, esattamente ciò di cui ho bisogno in questo momento. Mi sto ancora abituando a vivere da solo; compro ancora troppo cibo per una persona sola e il più delle volte ne butto via la metà, ma sto migliorando. Ormai padroneggio l’arte della lavatrice con una certa abilità. Non sono ancora riuscito a crearmi delle routine che mi facciano perdere meno tempo possibile, ma ci sto lavorando.

La vita sentimentale Link to heading

Giusto un anno fa mettevo nero su bianco (o bianco su nero, dipende dal tema) il mio disagio relazionale, l’abisso da cui credevo non sarei mai riuscito a fuggire. Beh, le cose hanno preso una direzione inaspettata. Ormai sono fidanzato da quasi 9 mesi, lol. Non ne parlerò moltissimo per rispettare in parte il mio principio di asincronia del racconto, ma qualcosa vorrei dire. Probabilmente non è stato un colpo di fulmine; uscivo da una situazione sentimentale molto compromessa, ero a pezzi e senza alcuna fiducia nel fatto che le cose possano funzionare. Sembrava un incontro come altri, e ancora oggi fatico a capire cosa ci fosse di diverso, cosa ci abbia fatto andare avanti. Non è stato facile; sono una persona troppo abituata a stare sola e fatico molto a immedesimarmi nel bisogno di vicinanza degli altri, ma ci sto provando. Credo di essere migliorato molto. Fatico ancora molto a concepire un “noi”, ma sento di avvicinarmi sempre di più con il passare del tempo. Certo, le questioni sono tante, ma non mi sento di parlarne qui, non ancora. Dopo un po’ di tempo, quando perdi i famosi “occhiali rosa”, cominci a ragionare sul serio se si è fatti per stare insieme. Per ora sono felice; i presupposti ci sono, il resto è una mera questione di tempo.

Youtube Link to heading

Ah, già, ho aperto un canale YouTube con un nome di cui vado molto fiero: HappyBackending. Ho cominciato 3 mesi fa, e per ora sono riuscito a fare un video a settimana. Non è molto, ma è stato molto impegnativo già così. Per fare i primi video ci mettevo attorno alle 10 ore; ora sono molto più veloce. I risultati non sono eccezionali; ad oggi ho 91 iscritti, ma mi piace farlo, quindi i risultati sono una mera questione di tempo. Non ho fretta. I pochi feedback che ho ricevuto sono stati estremamente gentili; mi aspettavo molta più tossicità. Per ora mi diverto; ho sempre voluto farlo, quindi non mi importa molto del resto.

Propositi Link to heading

Faccio un benchmark con i propositi dell’anno scorso:

  • leggere tutti i giorni: fatto, poco, male ma fatto, fosse anche una pagina
  • studiale lingue: più o meno, come prova posso dire di essere arrivato a 904 giorni di slancio su Duolingo
  • fare sport: prima metà dell’anno ottimo, poi con l’inizio del lavoro è andato tutto a puttane, però mi sto riprendendo alla grande

Quest’anno ho intenzione di continuare su questa strada, con qualche piccola modifica:

  • leggere tutti i giorni, minimo un libro al mese (questa è tosta)
  • partecipare ad almeno 3 gare di corsa
  • continuare a studiare le lingue, ma con un approccio più serio, sto virando sul tedesco
  • raggiungere i 1000 iscritti su YouTube (questa è tostissima)

Non aggiungo altro perchè gia cosi il risk manager che è in me sta sclerando.

Conclusioni Link to heading

Che sproloquio. Se sei arrivato a leggere fin qui, probabilmente ti voglio bene. La carne sul fuoco è tante ed il fuoco arde come non mai, ci sono ottimi presupposti per bruciarsi. Da qui in avanti le cose non potranno che cambiare, ho grandi piani per il futuro, ma non voglio parlarne ancora.